Premiato il progetto Punto e a capo “Così aiutiamo le fasce deboli” Fondo di 15 mila euro aggiudicato alla cooperativa Il faro

punto e a capo

Ne Il Resto del Carlino di venerdì 22 giugno 2018 si è parlato del progetto Punto e a capo a cui ha collaborato la House of Silence.

Riportiamo il testo relativo al progetto Punto e a Capo su concessione dell’autore,  Lorenzo Fava

La cooperativa sociale “Il faro”, da anni attiva con progetti di aiuto alle categorie a rischio (disabili, anziani, minori e famiglie in stato di bisogno), è risultata vincitrice, con il progetto “Punto e a capo”, di un fondo di 15.000 euro messo a disposizione da Aviva, gruppo assicurativo sensibile a tematiche sociali quali occupazione, cultura della diversità e tutela della salute.

Cos’è Punto e a Capo

“Punto e a capo” è un corso di formazione di sartoria basilare, modulato su 40 ore, sia didattiche che pratiche – spiega Elisa Giusti, assistente sociale de Il faro – il cui obbiettivo è, nel rispetto del’’individualità delle allieve e del loro passato spesso traumatico, dare conoscenze e competenze per far si che queste si reinseriscano in un ottica lavorativa, guadagnando una propria autonomia, economica e morale”.

“La cooperativa – dice il presidente Lorenzo Staffolani – ha da tempo intrapreso iniziative contro la violenza di genere.

Dal 2015 teniamo uno sportello di ascolto a Civitanova, che garantisce supporto psicologico e consulenza legale.

Più recentemente abbiamo aperto una casa rifugio a Macerata, dando aiuto a decine di donne vittime di violenza”.

“Abbiamo molto a cuore il legame fra donne e lavoro – afferma Claudia Santoni, dell’Osservatorio di Genere, che insieme alla ditta House of  Silence ha collaborato al progetto – è fondamentale che le donne non solo abbiano competenze negli ambiti più disparati, ma che ne siano anche consapevoli.”

Laura Salvucci, della ditta House of Silence, ribadisce: “La sartoria è un’attività prevalentemente da donne fin dal medioevo, essendo per costituzione più portate dagli uomini a svolgere questo tipo di lavoro manuale.

È fondamentale far capire alle allieve se questo settore possa per loro costituire una fonte di reddito, ma anche supportarle umanamente, dare loro una prospettiva di vita indipendente, migliore”.

Com’era organizzato il lavoro

“Abbiamo svolto un primo corso di sartoria, che ha coinvolto cinque donne selezionate fra quelle dello sportello e della casa rifugio – dice l’insegnante, Franca Franchini -, queste hanno sì appreso i fondamenti della cucitura a macchina e a mano libera, ma mi preme sottolineare come fra loro si sia instaurato un forte legame umano, avendo condiviso esperienze simili che molto spesso è difficile esternare”.

Laura Salvucci, Elisa Giusti, Franca Franchini
Laura Salvucci, Elisa Giusti, Franca Franchini

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